Lo studio di doppiaggio valutato TPN (Trusted Partner Network) è una struttura che si sottopone ad un accurato esame (assessment) incentrato soprattutto sui protocolli di sicurezza dei contenuti.

Ma facciamo un passo indietro…

Quello che accade all’interno di uno studio di doppiaggio è sempre stato un processo complesso che richiede professionalità fortemente specializzate, dai traduttori fino ai fonici di mix.
Ecco perché chi vi appartiene ha la tendenza a percepirlo come una corporazione.
Nel medioevo le corporazioni erano simili alle moderne lobby ma con in più un patrimonio di segreti del mestiere che andava protetto ad ogni costo da attacchi esterni.

Qualcosa di quello spirito è filtrato nel mondo dei moderni artigiani: l’elettricista che risponde con un mugugno quando da poveri profani gli chiediamo delle spiegazioni, l’idraulico la cui esistenza è più difficile da dimostrare di quella di Dio (Woody Allen), il meccanico che si ostina a non darvi retta anche se siete palesemente gli unici clienti in officina…

Ed è per l’appunto filtrato anche nel mondo del doppiaggio vecchio stile. Il film (o il telefilm o il cartone animato) entrava da un’imboccatura del tubo per uscirne doppiato da quella opposta, senza che il committente – un tempo c’erano solo RAI e Mediaset – volesse o potesse mettere bocca in tutte le fasi del processo. Quel cumulo di competenze specialistiche era troppo esoterico perché qualcuno dall’esterno, ancorché committente, potesse pensare di arrogarsi un controllo puntuale delle varie fasi.

Oggi la situazione negli studi di doppiaggio è cambiata. Per parlare solo della coda del processo, abbiamo i Quality Control effettuati da software per i quali una battuta risulta ben doppiata quando la traccia del doppiaggio e quella originale corrispondono graficamente al millimetro (per i profani: la registrazione “disegna” a video una rappresentazione grafica somigliante alla coda di un gatto che ha preso la scossa. La traccia audio, appunto). In precedenza l’ultima parola sul perfetto sync di una battuta sul labiale l’avevano il direttore del doppiaggio e l’assistente.
In molti casi si richiede poi una stretta corrispondenza anagrafica tra il doppiatore e l’attore cui deve dare la voce.

studio doppiaggio milano dream & dream

La rappresentazione grafica dell'audio o "forma d'onda".

La tradizione vuole invece che un doppiatore sia scelto per riprodurre al meglio l’impasto vocale e le intenzioni dell’attore, indipendentemente da questa corrispondenza. La scena del doppiaggio vede infatti tuttora doppiatori di una certa età dare la voce ad attori ben più giovani (o viceversa).

C’è dunque un’evoluzione in corso che investe gli studi di doppiaggio che entrano a far parte delle filiere internazionali, i cui i committenti sono oggi le majors, i distributori internazionali e grandi società di localizzazione multi-lingua che distribuiscono il lavoro a strutture partner e soprattutto agli studi di doppiaggio che sono valutati TPN sparsi in tutto il mondo.
Far parte di queste filiere internazionali sta diventando sempre più difficile in quanto la competizione ormai non è più solamente una questione di qualità e professionalità, ma anche di requisiti tecnologici e di sicurezza.

I committenti globali non possono permettersi di tener conto di tutte le particolarità di “corporazioni” detentrici di un sapere antico ed esclusivo. Devono localizzare i loro programmi in contemporanea in decine di lingue diverse e il loro obiettivo è ottenere un’ottima qualità media semplificandosi il più possibile la vita e ottimizzando i costi a fronte di una prospettiva globale multi-lingua.

Non c’è quindi da stupirsi che cerchino in tutti i modi di standardizzare i processi, instaurando delle regole valide per tutti che, in certi contesti, sembrano voler contraddire un approccio tradizionale e consolidato.

Le Majors e nuove realtà come i fornitori di servizi OTT, hanno introdotto dei protocolli per la sicurezza dei contenuti con regole stringenti sul fronte fisico e informatico. Protocolli che stanno trasformando i nostri studi in qualcosa di molto simile ai caveau delle banche.
Una volta un doppiatore entrava in uno studio di doppiaggio un po’ come il vostro migliore amico lo fa in casa vostra: porte aperte, saluti e baci e giù in studio a doppiare. Oggi lo attende una reception dove viene approntato il suo riconoscimento facciale – o gli vengono prese le impronte digitali – e gli viene richiesto di firmare un NDA (“Non Disclosure Agreement”, ovvero l’accordo di riservatezza).

A quel punto è registrato in un database e solo per il periodo limitato del turno di registrazione potrà accedere alla sala audio assegnata.
Un po’ complicato, ma d’altro canto l’applicazione di questi protocolli permette allo studio di allargare la propria clientela in ambito internazionale. Lo studio di doppiaggio valutato, sottoposto all’assessement TPN, per esempio, si rende visibile a committenti internazionali che intendono conoscere a fondo il fornitore con il quale hanno intenzione di collaborare.

Lo scenario è dunque cambiato e si sono superate le vecchie posizioni corporative. Il gioco è passato ad un livello superiore, anche se questo ha comportato investimenti importanti e una riconfigurazione dei processi produttivi .
Nonostante le dimensioni sovente elefantiache dei clienti internazionali, abbiamo comunque a che fare con delle persone e non con delle macchine. Non è detto, quindi, che si debba rinunciare a un atteggiamento critico e proattivo, soprattutto quando abbiamo la certezza che una scelta, indipendentemente dal parere di una macchina, sia volta alla difesa del prodotto e al rispetto del pubblico di riferimento. Ed è altrettanto giusto ricordare che questo mestiere non può comunque fare a meno dell’orecchio, della sensibilità, dell’esperienza di chi dietro a un microfono ci si è ritrovato magari già da bambino, e non si è ancora stancato.

Con questi presupposti Dream & Dream ha abbracciato l’evoluzione di protocolli richiesti dai grandi clienti: la sicurezza dei contenuti di loro proprietà è una priorità nell’epoca del digital delivery.

I nuovi strumenti e le procedure che abbiamo adottato affiancano quelle esperienza e professionalità che ci onoriamo di detenere e che sono elementi permeanti del nostro lavoro.

Dream & Dream Milano è uno studio di doppiaggio valutato TPN (Trusted Partner Network), un protocollo definito da due delle principali associazioni dell’intrattenimento globale, MPA e CDSA.

AUTORE DELL'ARTICOLO

ALBERTO OSELLA

Socio – Responsabile clienti e new business